PARTENZA FALSA: SAN NILO SCONFITTO DA PESCARA

 

Pescara 2.0 - San Nilo Grottaferrata 77-67

Parziali: 19-13 / 22-10 / 19-13 / 17-31

Pescara: Matera 7, Stefanov 12, Ielmini 2, Maralossou 9, Ranitovic 23, Facciorusso n.e., Jokanovic n.e., Capitanelli 12, Kamate 12, Ciccheti, Cisse; Coach: Di Tommaso

San Nilo: Chiminello n.e., Permon 23, Marrocchi n.e., Villamaina n.e., Ridolfi 14, Reali 7, Spinosa 2, Oliva 13, Corvo 6, Brenda 2; Proietti; Coach: Busti

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Parte con una brutta sconfitta la fase retrocessione del San Nilo, al PalaElettra di Pescara una prova lontana dalla sufficienza quella offerta dai nostri ragazzi, partiti male, sprofondati anche a -26 ma in grado comunque di rientrare, col -10 finale che pur non portando in dote punti in classifica lascia tutto aperto in chiave doppio confronto. Senz’altro un bottino molto magro, ma alla luce delle difficoltà e degli infortuni (out Chiminello, Oliva non al meglio) un qualcosa da cui provare a ripartire.
Per il resto, eccezion fatta per la bella reazione nel finale, poco da salvare per i ragazzi di Busti, che in avvio sbagliano praticamente tutto, dall’approccio alle scelte di tiro, permettendo a Pescara di prendere subito un buon margine di vantaggio. In effetti, al netto di qualche persa banale, gli abruzzesi volano già in doppia cifra di vantaggio dopo i primi 5’ minuti di gioco, con il 14-4 confezionato dalle giocate di Stefanov e soprattutto Matera, prezioso anche (se non soprattutto) in fase di costruzione. I cryptensi, invece, come anticipato sbagliano molto, perdendo praticamente subito Spinosa per problemi di falli. Perciò ricorso alla panchina praticamente obbligato per lo staff tecnico del San Nilo, che però continua a ricevere risposte incerte da parte di Brenda e compagni, tenuti in linea di galleggiamento soltanto da Oliva, che pur sbagliando molto al tiro (4/15 dal campo) si sbatte come un leone, incidendo tanto a rimbalzo (14 alla fine) quanto nel condizionare la difesa di Pescara (7 falli subiti). Di fatto e nei fatti un po’ di luce in fondo al tunnel, con il 19-13 della prima sirena che comunque è un mezzo affare, non fosse altro per l’1/8 dalla lunga distanza e una difesa eufemisticamente a maglie larghe.

Non a caso Pescara piazza un’altra bella accelerata all’alba della seconda frazione, con i punti di vantaggio abruzzesi che diventano in un amen 14 (27-14), complice l’8-0 di parziale a freddo impreziosito dalle giocate di Ranitovic (primo tempo di altissimo livello) e dalle fisicità dei vari Cisse e Kamate, molto più incisivi di quanto già non dicano le cifre. Busti nel frattempo cambia quintetti, assetti e difese, ma quelle dei cryptensi sono fiammate isolate e neanche tanto convinte, interrotte spesso e volentieri sulla soglia del -10 (33-22). A questo proposito, nel grigiore generale, spiccano le accelerate di Ridolfi (13+7), ma nel finale di tempo arriva un altro tremendo blackout per il San Nilo, che in poco meno di 4’ minuti sprofonda fino a -18. Merito della second unit di Di Tommaso, con i vari Ielmini, Maralossou e Kamate che piazzano un 8-1 di parziale pesantissimo, mettendo a nudo tutti i limiti - fisici e mentali - dei nostri ragazzi. Al di là dei meriti avversari, in effetti, sul 41-23 di metà gara c’è lo zampino di una squadra nervosa e messa sotto sul piano dell’intensità, soprattutto nella lotta a rimbalzo.

Copione sostanzialmente invariato nella ripresa: al di là dei quintetti e delle difese proposte da Busti continua a dimostrare una supremazia evidente Pescara, lucida nelle scelte e leggera nello spirito. Non a caso la palla gira discretamente bene anche contro la zona, mentre per il San Nilo qualche lampo lo portano in dote Oliva e soprattutto Permon (23 con 9/17 al tiro), senz’altro il più continuo tra le fila dei cryptensi, almeno per quel che concerne l’attacco. Numeri a parte troppo poco per tentare di rimettersi in carreggiata, anche perché Ranitovic quando si accende è più di un fattore, così come Stefanov, sempre letale nelle situazioni di 1vs1. Un capitolo a parte lo meriterebbe Capitanelli, il playmaker occulto degli abruzzesi, che insieme al solito Ranitovic ispira il +26 (55-29) a favore di Pescara. Numeri impietosi, che oltre a tantissima amarezza confermano tutte le difficoltà dei nostri ragazzi, in debito di ossigeno, di idee e anche di fiducia. Le facce in questo senso dicono tutto, con il match virtualmente in pugno di Pescara, non fosse altro per il 60-36 sul tabellone.

Nel corso del finale, però, quasi senza accorgersene, l’inerzia cambia, regalandoci un finale sempre amaro ma con un retrogusto decisamente più dolce. Del resto, come anticipato in precedenza, il -10 finale lascia tutto aperto in ottica doppio confronto, tenendo ancora viva la lotta salvezza. Di certo va ipotizzato un leggero rilassamento da parte di Pescara, ma sul 17-31 degli ultimi 10’ minuti c’è tanto dell’orgoglio dei cryptensi, che più di pancia che di testa riescono a dare segnali di vitalità. Ad onor del vero nulla di trascendentale, ma dall’energia di Corvo alle iniziative di Permon e Reali qualche buon segnale arriva, così come qualche difficoltà per Pescara. L’uscita per falli di Ranitovic e le 4 sanzioni a Capitanelli, infatti, tolgono certezza agli abruzzesi, che di fatto reggono fino al 67-47, salvo poi perdersi un po’ negli ultimi 7’ minuti. Non a caso Di Tommaso è costretto ad un paio di timeout per provare a riordinare le idee dei suoi, ma a 3’ minuti dalla fine siamo a -10 (70-60) e con l’inerzia finalmente a favore. A chiudere i conti ci pensa la tripla di Capitanelli, ma con le unghie e con i denti restiamo li, che per quanto visto nell’arco del match è una notizia senz’altro positiva.
Ovviamente il 77-67 finale non può far felice nessuno, ma quando le cose faticano a girare è importante trovare un appiglio, seppur piccolo da cui ripartire. Tuttavia per provare a salvare la categoria sarà necessario cambiare registro da qui in avanti, affrontando le prossime 7 partite come fossero finale. Prima in ordine di tempo quella in programma in casa sabato 09/03 alle 18.30 contro Ancona, una partita da vincere senza se e senza ma, sperando che il PalaCoscia si riscopra caldo e soprattutto affollato, come da tempo non accade.

#ForzaGrotta
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